domenica 20 dicembre 2015

MAM 2K15

Anche quest'anno il gruppo mtb del CAI di Parma ha organizzato il MAM (Marmagna All Mountain).


Il MAM è una gara di mtb anomala, ma estremamente interessante. La formula assai nuova la rende davvero unica. Alla gara in mtb pedalata, si aggiunge una prova di meccanica di base (rimontaggio delle ruote preventivamente smontate). La prova poi richiede anche un discreto momento di portage. A tutto questo si aggiunga anche la salita (e conseguente discesa) dal Lago Santo P.se fino alla cima del monte Marmagna. Ma dove si svolge il MAM? Si svolge sull'alto appennino parmense, nel cuore del Parco dell'Appennino Tosco Emiliano, sopra l'abitato di Bosco di Corniglio, in località Lagdei. Lagdei  è al centro di un anfiteatro di monti stupendi...Il monte Orsaro, il monte Braiola, il monte Marmagna, lo Sterpara, e di contorno il monte Tavola e il Fosco.... .
Insomma il MAM si volge in un ambiente davvero bello e coinvolgente. Il percorso si snoda lungo antichi sentieri, selciati secolari, e meravigliosi boschi di faggio che nascondono antiche carbonaie. Ambiente incredibilmente adatto ad una gara di cicloescursionismo.  Quest'anno sono entrato a far parte del gruppo di cicloescursionismo del CAI di Parma e ho dato la mia disponibilità per partecipare alla organizzazione della manifestazione. Flora, però ha richiesto espressamente di poter partecipare alla competizione. Durante le riunioni organizzative è emerso che il personale disponibile era superiore al necessario e quindi Fabio C. ed io siamo stati dispensati dal servizio e...caldamente invitati a partecipare alla tenzone. Fabio è veramente forte...io veramente anziano....dovrà, suo malgrado aspettarmi...vedremo quello che si potrà fare. Flora ed io decidiamo di arrivare a Lagdei il venerdì sera col nostro fidato Westfalia. In questo modo sabato mattina (e anche domenica) saremo già in loco senza dover affrontare alzatacce e viaggi dell'ultimo minuto. Quindi...siamo arrivati a Lagdei venerdì sera col nostro "camperone". Sabato mattina arriva tutto il resto del gruppo di lavoro per la preparazione del percorso del MAM2K15. Scarichiamo tutto il materiale per pacchi gara e premi vari e ci dividiamo i compiti. Flora si ferma al rifugio di Lagdei per preparare pacchi gara e premi, noi uomini duri e forti, armati di rudi strumenti di lavoro partiamo per andare a pulire il percorso.
La giornata stupenda ci aiuta e ci stimola a lavorare alacremente.

Dapprima sistemiamo il sentiero che scende verso valle da Roncobuono,
poi risaliamo verso il Tavola per lavorare sulla "muccovia" che porta alla discesa sotto la "bocchetta del Tavola".
Con zappe, raspe, rastrelli, seghetti e coltellacci, puliamo e allarghiamo la via. Ne risulta un gran bel pezzo di pedalabile. Poi curiamo la discesa nel bosco che porta al sentiero di Maria Luigia. Fra gli stupendi faggi ricaviamo una discesa davvero interessante e spettacolare. Poi ci si immette nella scomoda strada sassosa che porta al Maria Luigia. Si è fatto tardi e rientriamo a Lagdei per pranzare. Grazie alla buona quantità di mano d'opera e alla notevole buona volontà dei lavoratori in poche ore riusciamo a pulire gli stupendi sentieri e a creare qualche gustosissima variante nel bosco. Dopo la necessaria breve pausa per integrare le energie disperse nel lavoro manuale partiamo per andare a provare il percorso appena sistemato.
Il pomeriggio tiepido ci accompagna per tutto il tracciato.


Dietro di noi gli incaricati di sistemare i Check Point inchiodano i cartelli e fettucciano, dove occorre, il percorso. Stupenda la discesa su antico ciottolato e meraviglioso il traverso sotto il Tavola, su esile percorso tracciato...dalle mucche. I giovani bovini osservano curiosi e muggenti gli strani individui che transitano a bordo di improbabili animali meccanici.

Dopo la bella discesa fino al Sentiero di Maria Luigia , inizia un bel trail su cenge ciottolate e strette. Dopo il Ponte Rotto inizia il portage

fino al Lago Santo.
Di qui spingiamo le bici



fino al sentiero delle Carbonaie e iniziamo una discesa entusiasmante che ci porta fino a Lagdei.

Aggiriamo il rifugio per bella carraia e torniamo al camper. Arriviamo all'imbrunire mentre l'aria si è fatta assai frizzante, quasi fredda. Ci cambiamo in fretta, giusto in tempo per la cena in rifugio.

La notte passa agitata, la tensione per la gara imminente, la fa da padrone e continuiamo a girarci nel letto...Sentiamo arrivare i primi fungaioli (che arrivano ad orari terribili), tutti i rumori sono buoni per aprire gli occhi. Mentalmente ripasso il percorso mentre tendo le orecchie per sentire se fuori piove. In realtà di gocce non se ne sentono ed il cielo rimane stellato e terso, mentre un vento teso fa frusciare le foglie degli alberi.
Finalmente suona la sveglia e ci alziamo per la colazione.
Le previsioni davano pioggia fin dal primo mattino. In realtà quando ci alziamo il cielo è terso e l'aria fresca. Ci prepariamo e andiamo al desk iscrizioni. Flora va in coppia mista con Cristian, io sarò in gara con Fabio. Giusto il tempo di iscriverci che perniciosi nuvoloni iniziano ad arrivare da Nord. In breve tempo il cielo si oscura e comincia a piovere davvero.


La pioggia è forte e decisa, le previsioni sono rispettate e, per motivi di sicurezza, la gara viene rinviata di un' ora. Vengono eliminati alcuni tratti potenzialmente pericolosi , ed altri tratti che aumenterebbero in modo eccessivo i tempi di percorrenza. Viene tolto il ciottolato in discesa e la "muccovia" sotto il Monte Tavola. Come è arrivata, la pioggia, se ne va. Anche se il cielo rimane procelloso, iniziamo rapidamente le operazioni di avvicinamento alla gara. Dopo un veloce briefing portiamo le bici alla partenza e come da regolamento togliamo entrambe le ruote.
Poi tutti sulla linea di partenza.


La pioggia ricomincia violenta, ma ormai l'adrenalina è alta e non sentiamo l'acqua che ci inzuppa. Via!



Di corsa arriviamo alle bici ed iniziamo a montare le ruote.

Fabio è rapidissimo e scatta fra i primissimi,



io lo seguo a breve distanza, direttamente dietro agli "scozzesi".

Anche Flora e Cristian partono bene e sono da subito ben piazzati nelle copie miste.


Fabio si invola ad alta velocità mentre io, con la mia bici pesante sono più lento nei primi strappi. I più veloci mi sorpassano come se fossi fermo. Recupero qualcosa lungo la discesa, ma vengo attardato da un concorrente che si ribalta 4 volte in pochi metri. Pazienza. Fabio mi aspetta alla prima deviazione.





Ovviamente non ho notizie dirette di Flora che è più indietro, ma dicono che stia andando più che bene.
Insieme cominciamo la risalita verso il sentiero di Maria Luigia. Lentamente recuperiamo una posizione e raggiungiamo un'altra coppia di amici con cui procediamo a lungo. Al prato della Valle ecco l'altra deviazione. Pochi metri in salita e siamo all'imbocco del sentiero di Maria Luigia. Davanti ad una ripida sassaia mi fermo a considerare....non va bene su di la....qui c'è la deviazione per il MariaLuigia! Dò la voce a Fabio. La copia dietro di noi ci segue mentre quella appena avanti prosegue nonostante li abbia chiamati più volte. Peggio per loro. Proseguiamo lungo il duro sentiero. Il personale lungo il percorso ci avverte che siamo in quarta posizione. Ma i terzi (gli scozzesi) sono con noi. Prestiamo attenzione ai Check Point e ci curiamo di fare le foto che ci serviranno come testimonianza di percorso corretto.  Alternando momenti di pedale, con momenti di spinta manteniamo le posizioni fino a Ponte Rotto dove inizia il tratto di portage. Fabio ed io acceleriamo nell'ultima parte staccando i nostri amici. Depositate le bici cominciamo di grande lena la salita verso la sella del Marmagna. Ci fermiamo solo un attimo presso il rifugio Mariotti per una sorsata di tea caldo...ci vuole assolutamente!


  Nel frattempo ci giungono notizie curiose su quei concorrenti che pensavamo avere davanti (in effetti mi avevano passato in tanti). Come i concorrenti appena davanti a noi in tanti non hanno interpretato bene le indicazioni del briefing e le indicazioni del navigatore. Comunque sia, ora siamo terzi.  Ci hanno detto che il punto di controllo è posto poco sotto la Sella del Marmagna. Appena fuori dal bosco inizia la salita fra rocce, mirtilli e nebbia. Forse non piove più ma non abbiamo tempo di star li a guardare. 

D'improvviso, dietro ad un cespuglio appare il Teo e dietro di lui il C.P. n° 7 .  Mentre facciamo la foto di testimonianza Matteo ci ragguaglia sulle coppie che hanno sbagliato strada...Sembra che anche Flora e Cristian siano fra quelli. Già immagino l'ira di Flora...Abbiamo accumulato del vantaggio sui quarti e cominciamo a scendere di corsa.

Fabio è in formissima e fatico a stare con lui. Ma ce la metto tutta. Scendiamo davvero forte e non perdiamo terreno. Non dobbiamo perderne assolutamente! Gli scozzesi sono molto veloci in discesa...Passiamo dal rifugio per una nuova bevutina di tea .



Rientrati al deposito bici partiamo con queste ultime a mano come da regolamento. Nella foga la mia ruota posteriore picchia contro una roccia e ci lascio un raggio.  Fabio ed io valutiamo velocemente il danno e decidiamo di proseguire. Ci aspetta solo una discesa su terreno morbido. Non perdiamo tempo e continuiamo spingendo le nostre bici fino all'inizio delle Carbonaie. Ora si scende. Fabio è molto veloce e cerco di seguirlo, senza perdere tempo. Il sentiero è davvero stupendo e nel terreno morbido pennelliamo le curve, una dopo l'altra. Il percorso è davvero stupendo e meriterebbe di essere percorso con calma per godere al massimo ogni passaggio. Ma siamo in gara e andiamo giù al massimo. Quelli dietro sono forti discesisti e non vogliamo farci recuperare. Quando arriviamo alla casermetta della forestale sento le voci degli addetti al percorso che indicano la direzione alla coppia alle nostre spalle. Pestiamo sui pedali al massimo. Sull'ultima rampa sento le gambe esplodere dalla fatica, ma ormai siamo arrivati...non ci prendono più.

Siamo brillantemente terzi ad un paio di minuti dai secondi e a 5 minuti dai primi.

Mi dispiace per Fabio che andava veramente forte ed avrebbe potuto puntare alla vittoria. 

Al traguardo ci confermano  che tanti (tra cui molti fortissimi) hanno sbagliato percorso e hanno perso tempo a risalire per la strada sassosa verso la bocchetta del Tavola, sapremo anche che i secondi non hanno fotografato un check point....allora secondi siamo noi....grandissimi! E Flora? Pier mi conferma che anche lei ha sbagliato il percorso ed è risalita verso il Tavola. Sono preoccupato, non vorrei che si demoralizzasse e abbandonasse la gara. Mi cambio velocemente e torno sul traguardo ad aspettare la sposa. Via radio ci dicono che è già transitata dal deposito bici.



Da li ci vuole una mezz'ora al massimo per arrivare al traguardo. In realtà passa molto meno tempo. Le radio annunciano l'arrivo della prima coppia mista...incredibilmente appaiono Flora e Cristian ....

Sporchi ma felici tagliano il traguardo giubilanti.

Grande risultato....Pensavo di avere fatto una grande prova io...ma Flora mi ha stracciato. Le premiazioni (c'erano premi per tutti) coronano una dura giornata di gara.








ora non resta che sistemare il camperone e cominciare a rientrare verso casa. Issando le bici sul portapacchi do una occhiata generale ai mezzi. A parte il raggio della mia ruota posteriore tutto in ordine. Le bici sono solo sporche.
mentre il sole ormai splende a Lagdei....

venerdì 8 maggio 2015

Il tour del monte Barigazzo


Il monte Barigazzo è una bella montagna di oltre 1200 metri nel nostro appennino parmense. Quello che caratterizza in modo netto questo monte e che lo rende del tutto particolare sono le sue creste. La prima, chiamata “cresta difficile”, è una affilata linea costruita come di mattoni che scende verso valle. Spesso la larghezza della cresta è quella del piede, o di un “mattone”.
È molto difficile percorrerla e occorre un passo estremamente sicuro. Normalmente la si percorre in salita. Qualche tempo fa un biker nostrano (Walter Belli) l’ha percorsa in discesa, realizzando un emozionante video, che mette la pelle d’oca.https://www.youtube.com/watch?v=lwA7_q-k6DY

L’altra cresta, detta “cresta facile” è un po’ più larga della precedente ed è facilmente percorribile a piedi, e la si può percorrere anche in mtb, stando molto attenti, con qualche passaggio di bici a mano. https://www.youtube.com/watch?v=JktBS9kw5i8

Sul Monte Barigazzo ci sono stato parecchie volte, quasi tutte in escursione pedestre, e una volta in bici col corso mtb CAI Parma.
Però tutte le volte che sono salito sul monte sono salito e sceso dalla medesima parte. Tante volte sono salito da Tosca, oppure dal versante di Pianelletto. L’ultima volta in escursione CAI Parma mtb siamo saliti da Pianelletto (partendo da sotto Bardi) e siamo rientrati dal medesimo versante percorrendo (con attenzione) la cresta facile. Siamo poi scesi per un bel sentiero nel bosco concludendo la via su una accidentatissima strada sassosa.
Flora ed io cominciamo allora a pensare ad una escursione che giri intorno al massiccio montuoso del Barigazzo.
Consultando amici, e lavorando su internet trovo tutta una serie di itinerari possibili. Valutando questo e quello, ne scelgo uno…
Ne scelgo uno e sbaglio clamorosamente a scegliere la traccia di salita. Non do peso alla successione dei punti gps e quindi metto come traccia di salita una classica via di discesa. Ma di questo me ne accorgerò strada facendo. 
Parliamo adesso della nostra avventura…
Parcheggiamo la nostra macchina vicino alla trattoria (la barcaccia) nei pressi del ponte sul Ceno. Le operazioni di approntamento di mtb e mtbikers sono tranquille ed un buon caffè ci prepara al meglio per l’impegno ciclistico.
Partiti!
Pedaliamo un po’ su asfalto e ne approfittiamo per scaldarci. Un po’ di falso piano e poi incominciamo a salire. La prima parte di salita è su asfalto (l’avevamo già fatto col corso mtb del CAI Parma), poi la svolta…
La traccia scaricata mi devia dal percorso classico e dopo poco ci troviamo ad imboccare una bella carraia. Terreno in discrete condizioni ma ben presto ci troviamo ad affrontare una serie di dure salite. E’ a questo punto che mi sorge il dubbio di aver inserito nel tragitto un tracciato da fare in discesa.
Beh…ora siamo qui e vediamo di saltarci fuori. Speriamo che non sia lunghissimo. Le pendenze a volte sono davvero dure e spesso siamo costretti a spingere le nostre bici. Ma il percorso ci porta a pedalare in un castagneto davvero splendido. Flora si nasconde dentro il cavo di un castagno
secolare…L’escursionismo in mt comprende anche questi momenti di gioco. Riprendiamo a pedalare. Ora il sentiero si fa meno duro e un bel trail fatto di saliscendi simpatici nella frescura dell’ombra del bosco ci porta a tornare sul percorso naturale di salita.
Passiamo vicino a Venezia, e ci spunta un sorriso…
.Ne abbiamo fatta di strada, ma il mare dov’è? Ridacchiando in compagnia continuiamo a pedalare su comoda strada ora asfaltata, ora bianca, fino a Pianelletto.
Ci fermiamo un attimo alla fontana,
due foto allo splendido antico caseggiato e poi ripartiamo alla volta della cima del Monte Berigazzo. Non manca tanto. Una ripida strada bianca ci guida fino al “cancello” per accedere alla parte sommitale del monte. Quest’area è “parco” ed è decisamente vietata ai mezzi a motore. Per entrare dobbiamo passare i tornelli e fare qualche acrobazia con la bici…va bene così. Dall’altra parte del tornello un gruppo di cavalli ci guarda curioso…più che altro mirano ai nostri zaini.
Evidentemente sanno o sentono che negli zaini c’è roba da mangiare… Dobbiamo ripartire veloci per evitare che i cavalli mettano il naso dentro i nostri zainetti. Ora dobbiamo pedalare duro per l’ultimo strappo che porta in vetta.
Con fatica, tanta fatica pedaliamo per il ripido prato uscendo dal bosco di grandi faggi. Il prato sommitale ci accoglie volentieri.


Ci sono anche escursionisti a piedi con cui scambiamo qualche chiacchiera cordiale. Qualche foto ricordo e poi consumiamo le nostre riserve alimentari.


OK, fino ad ora, grosso modo, il percorso era noto e praticamente già pedalato in primavera, adesso ci dobbiamo cimentare nell’incognito. A dire il vero il percorso fino a Città d’Umbria è conosciuto, ma l’abbiamo sempre fatto a piedi, con molta tranquillità; farlo in bici, col terreno fangoso, potrebbe rappresentare qualche qualcosa di diverso. Vedremo!
Intanto cominciamo a scendere la china. Come ci aveva fatto soffrire in salita, la china si fa percorrere velocemente in discesa. Passiamo accanto alla bella chiesetta e, prima per sentiero e poi per asfalto arriviamo all’altro cancello. Altre acrobazie per far passare le bici dal tornello e poi altra discesa su asfalto. Ma scendiamo poco. Un po’ più in là, la traccia ci manda a sinistra in un ripida salitella che dobbiamo fare spingendo… . Spingiamo poco, e cominciamo un trail curioso che mischia disceselle su fango a ripide risalite. Ci districhiamo come meglio sappiamo in quel su e giù fra fango e foglie.
Ora una bella discesa resa viscida dal fango ci fa divertire, ora una ripida risalita ci fa spingere i mezzi a due ruote con catena e pedali, con le scarpe che scivolano sull’umida terra nera. L’itinerario ci fa passare fra le due creste (quella facile e quella difficile, a fianco di una torbiera gracchiante di rane (licenza poetica…non è stagione di rane gracchianti) . Stupefacente il colore brillante della vegetazione esposta al sole. Dopo un’ultima dura salita iniziamo a scendere verso Città d’Umbria. Percorso abbastanza breve ma ricco di fango e pozze fangose.
La discesa si presenta insidiosa, ma riusciamo a finirla senza problema, ben sporchi….L’arrivo sotto il castelliere d’Umbria, ci propone l’attraversamento di una zona paludosa e fangosa. Di norma questa sito è luogo di torbiera millenaria.
Infatti gli antichi liguri (a cui si potrebbe attribuire la costrizione del castelliere appena rialzato fra giganteschi faggi ) si sono spostati in zona rialzata per le loro costruzioni.
In qualche modo riusciamo ad uscire dal fango. Poco più in la rientriamo in strada. Scendiamo verso Tosca? Nemmeno per sogno! La traccia malefica ci fa deviare subito sulla sinistra per carraia…ovviamente fangosa.  Un altro divertente trail in saliscendi, poi, d’improvviso, una bella discesa dentro un isolato calanco. Si scende dentro un solco grigio chiaro, la sabbiolina quasi cementata si fa percorrere volentieri.
Poi quando riappare il verde ci troviamo a scendere lungo un antico ciottolato di pietre grosse e rade. Ma non sono li per caso….questa era sicuramente una strada antica. Siamo appena sopra Tosca.
Mi rendo conto che il tempo passa…e noi avanziamo davvero lentamente. Ma il tempo regge, anche se in cielo si vanno accumulando nuvoloni grassi e neri. Le previsioni erano assai ottimiste, ma in montagna, non si sa mai…
Tosca resta sotto di noi mentre lasciamo per l’ennesima volta la strada per imboccare l’ennesima carraia.
Ora dobbiamo ritornare nell’altra valle e passare sotto il Pizzo d’Oca. Non so però quanto ci sarà da salire.
Intanto la carraia sale ripidissima e ci costringe a spingere per l’ennesima volta. Lasciato un ultimo nucleo abitato ci spingiamo avanti. La marcia è rallentata dal continuo fermarci per passare ampie pozze d’acqua fangosa. Il Pizzo d’Oca è ancora la in fondo e non sappiamo quanta salita dobbiamo fare.
Quando sembra iniziare la discesa, una nuova ripida risalita ci toglie la speranza di essere in vista dell’arrivo.
A volte ci prende un po’ lo sconforto. Nonostante il navigatore ci dica che manca poco….nonostante le mappe mostrino la nostra posizione, spesso ci viene da domandarci: “ma dove siamo, dove stiamo andando a finire?”

Finalmente arriviamo al passo e finalmente inizia la discesa. La successione dei tratti in discesa è un susseguirsi di carraie sassose assai infide a pietre sempre più smosse e sempre più grosse.
Le braccia soffrono il continuo vibrare del manubrio. Forcella e sospensione, pur morbidi, non riescono a compensare. Finalmente arriviamo in fondo. Con un ultimo tratto assai sconnesso finalmente arriviamo sull’asfalto. Non ci resta che pedalare fino alla macchina.
Ripassiamo il ponte e finalmente siamo davanti al bar ristorante.
Carichiamo le bici sulla macchina
e poi ci sediamo al bar…un bel gelato, una birra e un caffè chiudono una giornata davvero faticosa

E' possibile visionare l'intero percorso ridotto in un filmato al seguente indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=DBmvWC5X_Lc