venerdì 15 gennaio 2016

Al Sass de la Crusc

Non sempre siamo in giro per trincee e bunker della Grande Guerra, spesso e volentieri scarichiamo tracciati da internet o guardiamo su libri e cartine e quando troviamo l'escursione che ci attira, alla prima occasione...partiamo. L'escursione che vado a descrivere non ci è nuova. Avevamo già fatto qualcosa di simile un anno fa, ma un pò la stanchezza, un pò il tempo incerto ci avevano fatto accorciare il percorso. Accorciare ...per modo di dire. Chilometricamente parlando era effettivamente un pò più corto ma come dislivello lo si poteva considerare identico. Leggendo nelle guide ci siamo resi conti che l'anno scorso abbiamo trascurato alcune chicche davvero interessanti. Quindi quest'anno siamo partiti per rifare il tracciato nella sua completezza. L'estate ci ha regalato giornate davvero belle e questo ci ha aiutato non poco nell' esecuzione ottimale del tracciato. La via ci porta a pedalare fra prati e boschi estremamente curati, sfiorando antichi masi e tabià di grande bellezza. Il verde intenso dei prati e dei boschi contrasta in modo netto e affascinante con i colori delle grandi pareti del Sasso della Croce che emergono dalla valle. La montagna che si propone come riferimento fisso in questo tour è il Sass de Putia, che i valligiani hanno designato come “barometro” della valle: quando le nuvole scendono e coprono la sua cima si prevede pioggia e maltempo, quando la cima si apre il bel tempo sta tornando.
Come sempre abbiamo la "residenza estiva" sistemata al campeggio Sass d'Lacia di Sarè
e quindi designamo come punto di partenza consigliato il parcheggio del Centro Fondo di Sarè.
E' anche possibile partire anche da La Villa senza che il percorso cambi in modo sostanziale. L'escursione non presenta difficoltà tecniche di rilievo.  Ci sono tratti (anche ripidi) su sentiero ma la maggior parte delle salite sono ripide ma sempre su strade bianche o su asfalto; solamente la discesa dall’Ospizio del Sass de Crusc verso San Cassiano presenta qualche piccola difficoltà, ma facilmente superabile.
Sostanzialmente un tracciato scorrevole, vario e divertente.
Lunghezza: 44km
Dislivello: 1400 mt
Difficoltà: MC(alcuni tratti MC+) /MC (discesa finale qualche tratto BC)
Tempo di percorrenza con soste: 8h
Punti di ristoro e acqua: San Cassiano, La Villa, S. Leonardo, La Valle, Ranch da Andre (a poca distanza dal percorso e segnalato), Ospizio Sass de la Crusc.
Cartografia: Carta Kompass n°624 Alta Badia, carta Kompass n°615 Brixen (Bressanone)-Ennenberg (S.Vigilio)
Emergenze storiche: Chiesa di Santa Barbara (sopra La Valle), Ospizio del Sass de la Crusc.

La partenza è facile e rilassante.   Cominciamo la nostra pedalata dal campeggio e passando dal Centro Fondo di Sarè entriamo nella ciclabile su fondo ottimamente inghiaiato e scendiamo veloci a  a San Cassiano. Anche se la giornata è stupenda l'aria è davvero fresca e ci fa rabbrividire. Da S.Cassiano scendiamo seguendo la ciclabile fino a La Villa sempre in veloce discesa (segnavia n°11). Lungo il percorso sono posizionate delle installazioni installazioni artistiche create da autori locali. La discesa è affrontata con cautela, non tanto per le difficoltà tecniche, quanto per la notevole presenza di pedoni, armati di famiglia, cani, bambini e passeggini, che spesso occupano l'intera sede della ciclabile. Poco male, spesso è sufficiente chiedere permesso, qualche volta gli improvvisati escursionisti, si spostano malvolentieri mugugnando sulla presenza dei ciclisti. Il mondo è bello perchè vario, e in montagna c'è posto per tutti, anche per i maleducati. 
A La Villa seguiamo la ciclabile che porta a Pedraces. La traccia ci porta al di là del torrente (segnavia n°3) per salire subito verso Oyes. Purtroppo una frana ha modificato notevolmente la viabilità della zona.  Quindi siamo costretti ad arrivare fino a Pedraces e da qui salire a S. Leonardo. Attraversiamo il bel paese dirigendoci verso Oyes e poi verso Ciancei. Ho la memoria corta...la frana c'era anche l'anno scorso, ma l'avevamo bypassata agevolmente deviando per Cianins prima di scendere a La Villa. Chiaramente ora dobbiamo allungare un pò il brodo per portarci in quota giusta.

Prima di Oyes ci accorgiamo che dietro di noi sta arrivando un gruppetto di bikers a buona andatura. Ci sorpassano di gran carriera. Dal saluto mi sembrano tedeschi e anche dalla grinta sui pedali. Sono due uomini e due ragazze che pestano sui pedali con molta energia. Mi scappa osservato però che sui loro manubri non sono posizionati nè navigatori nè cartine. "Uno di loro sarà una guida" penso io vedendoli transitare. Ma li aspetto al varco... Passato un piccolo nucleo abitato c'è un bivio... scendendo per strada bianca si arriva ai prati di Armentara (tanto come noi) ma è molto più agevole e divertente tagliare per carraia nel prato...come facciamo noi. Mi viene da pensare che facciano un giro diverso dal nostro, ma mi scappa anche da ridere al pensiero che possano pedalare un percorso simile al nostro...dovranno scendere parecchio e risalire altrettanto duramente prima di arrivare come noi all'abitato di Valgiarei. Quindi deviamo per la traccia su prato sulla nostra destra in salita mentre i nostri amici tedeschi scendono veloci per strada.In effetti è necessario prestare un po’ di attenzione, poiché le carte non riportano la deviazione ed il rischio è quello di percorrere parecchia strada (con tanto dislivello) in più.
La traccia nel prato diventa una bella strada forestale.
Il profumo del bosco è inebriante e, dopo un piccolo guado


seguiamo una via che per prati
e sentieri ci riporta sulla strada bianca che ci fa arrivare direttamente all’abitato di Valgiarei.




Nel piccolo abitato prendiamo single track davvero bello anche se stretto e faticoso.
Siamo su una bella costa a strapiombo sulla vallata e lo spettacolo ai nostri occhi è davvero stupendo.

Il Sass de Putia fa bella mostra di sé e, se non ha il cappello, buon segno. IL sentiero presenta una salita davvero tosta. La via è stretto ed il terreno leggermente viscido per la pioggia del giorno precedente rendono la salita un pò più complicata. Al culmine dello strappo più duro una panchina ci stringe l'occhiolino e ci fermiamo per riprendere fiato. Ne approfittiamo per mangiare qualcosa. Mentre sbocconcelliamo una barretta penso ai tedeschi che ci hanno sorpassato, dove saranno finiti? La risposta arriva da sola pochi istanti dopo. Vediamo il piccolo drappello teutonico arrivare trafelato alla base dello strappo. Un paio passano pedalando, gli altri due un pò più provati arrivano spingendo la bici. Ci passano davanti e ci guardano un pò incuriositi, noi sorridiamo divretiti...mi sa che li ritroveremo presto. Ora vanno via veloci sul sentiero che diventa carraia più agevole. Riprendiamo la marcia, il sentiero si allarga,
si allarga e diventa una bella strada bianca
fino ad arrivare ad al piccolo abitato di Arciara. La via diventa asfaltata
e per strada scendiamo veloci fino all’ abitato di La Val.


Entrando nel piccolo paese di La Val scorgo il gruppetto di tedeschi che, come pensavo, aveva perso la via e stava chiedendo info ad un abitante, che mi era sembrato assai divertito. Comincia ora la lunga risalita verso l’Ospizio del Sass de la Crusc. La salita è ora su asfalto e pedalando tranquillamente passiamo in mezzo a La Val. Mentre la ragazza dell'ufficio turistico inizia a chiudere per la pausa pranzo, i nostri amici tedeschi arrivano di volata ed entrano. Con ogni probabilità cercano carte dei sentieri. Flora mi sgrida mentre scuoto la testa... ma sti pollastri, potevano anche chiedere a noi....avrebbero risparmiato forze e tempo. Mah...testa bassa e padalare, un classico teutonico.  Inizialmente seguiamo la strada asfaltata che sale a tornanti con discreta pendenza.


Ed ecco arrivare i tedeschi di gran carriera. Ora il gruppo è guidato da una delle due ragazze che ha nettamente staccato gli altri (al posto della bici ha un discreto cancello), ma come prima, presso l’abitato di Cians , sbaglia strada. La chiamo e gli indico la corretta via. Entriamo in una bella carraia, noi proseguiamo e la tedesca si ferma ad aspettare gli altri. Il bel sentiero
con ripida salita finale, ci conduce  fino alla bella chiesetta di Santa Berbora (S. Barbara)
 La chiesa di S. Barbara è situata su di un dosso panoramico, poco sopra del paese La Val. Documenti testimoniano che la chiesa è stata costruita nel 1491 e consacrata in onore dei Santi Floriano, Barbara e tutti i santi. Essa si trova sulla vecchia strada che da La Val conduce a San Vigilio di Marebbe attraverso il giogo Rit.
S. Barbara è la patrona dei minatori e si presume che minatori della Valparola, che lavorano minerali estratti dal Monte Pore, abbiano costruito questa chiesa in onore della loro protettrice.
Di particolare valore storico-artistico sono la Crocifissione, raffigurata sulla parete esterna, come anche le numerose pitture all’interno.




Mentre usciamo dalla chiesetta e ci apprestiamo a ripartire arriva la comitiva teutonica, piuttosto affaticata. Salutiamo e ripartiamo. Chissà dove devono andare, mi sembrano veramente alla frutta...anzi all'ammazza caffè. Ora davanti a noi si ergono imponenti le pareti del Sass de la Crusc, ma siamo ancora lontani e dobbiamo pedalare ancora un po’. Ripartiamo su una breve ma piacevole discesa su carraia dal fondo scorrevole ed immersa nel verde brillante dei prati e arriviamo all’abitato di Tolpei. I ruderi di una vecchia chiesa dedicata a San Genesio attirano la nostra attenzione
e valgono una sosta per qualche foto.
Proseguiamo quindi la nostra marcia per strada asfaltata in leggera salita fino all’abitato di Colz.  La via cementata è davvero ripida e dobbiamo impegnarci davvero molto per arrivare sulla colma. Finita l’aspra erta ci ritroviamo su una bella strada bianca.


Per rifiatare ci fermiamo un attimo e ci guardiamo alle spalle. Il Sass de Putia si erge come gigante sulla valle e i verdi prati. Dei tedeschi non c'è traccia...proseguiamo. Seguiamo i sentieri 13 e 15 (cartografia Kompass 615 S.Vigilio di Marebbe). Dopo poco abbandoniamo il 13 che va verso il rifugio Fanes e continuiamo a seguire il 15 che ci guida verso il Sass de la Crusc. Pedaliamo su una bella strada bianca, estremamente comoda, ma discretamente faticosa. La pendenza è costante ma impegnativa. Fortunatamente avanziamo in un bel bosco fresco e luminoso, estremamente curato, dove regna il profumo della legna di abete appena tagliato.
Usciamo dal bosco e sbuchiamo sopra i prati di Armentara.
Il paesaggio ritorna chiaro e luminoso, i prati infondono una profonda sensazione di pace e di benessere. 



Ora dobbiamo affrontare il tratto più impegnativo della giornata. Tre lunghi strappi davvero ripidi mettono a dura prova gambe e fiato.  C'è poco da dire e da fare, c'è poco da raccontare...c'è da spingere sui pedali. E spingiamo con tutto quello che ci resta nelle gambe.
Fortunatamente il fondo della strada bianca è in ottime condizioni e, mettendocela tutta, possiamo superare le erte senza dover spingere la bici. La strada bianca finisce e si trasforma in sentiero.
Ad un punto panoramico ci fermiamo ad ammirare il panorama:
ancora una volta ci sorride il Putia e all’orizzonte anche il gruppo della Gardenacia/Puez, simile ad una cattedrale di roccia, si pavoneggia.
Lasciamo il prato e scendiamo sul sentierino che si avvicina sempre più alle pareti del Sass Ciaval (il massiccio infatti viene chiamato dai locali Sass de la Crusc, mentre la cima vera e propria è chiamata Sass Ciaval).
Sopra di noi si distingue l’enorme crocifisso di vetta del Sasso delle Dieci, ma non possiamo distrarci dato che il sentiero è stretto e il traffico pedonale è intenso.
Dopo un paio di saliscendi e un paio di guadi che ci costringono a spingere la bici, un ultimo strappo maligno ci porta proprio dietro l’ospizio del Sass de la Crusc, oggi rifugio,
dove possiamo sostare per una meritata merenda.
Prima di iniziare la bella discesa che ci riporterà a San Cassiano consigliamo una visita alla caratteristica chiesetta.


Il santuario di Santa Croce si trova a 2.045 m. slm, ai piedi dell’imponente Monte Santa Croce, sopra il paese di Oies. La piccola chiesetta venne costruita più di 500 anni fa e fu consacrata nel 1484 dal Vescovo ausiliario di Bressanone. Studiosi però presumono che il Santa Croce sia stato un luogo di culto pagano tantissimi anni fa, la cui costruzione sia avvenuta prima che il paese di San Leonardo fosse abitato. Il nome “Col dei Paternostri” (in ladino colle dei “Padre Nostri”), che si riferisce ad un posto antistante al Santuario, potrebbe essere una prima indicazione per questo fatto. All’interno del santuario oggi troviamo un altare dove sono conservate reliquie antiche di vari santi. Nel campanile, costruito nel 17esimo secolo, ci sono tre grandi campane, che riecheggiano tra le pareti della montagna sovrastante. Il santuario di Santa Croce è anche meta di innumerevoli pellegrinaggi.
L’ antico ospizio Santa Croce fu costruito invece nel 1718; rappresenta quindi da centinaia di anni il punto di ritrovo e di ristoro per i pellegrini ed offre ospitalità anche a tanti turisti che possono anche pernottare nell’ospizio.

Dall’Ospizio de la Crusc continuiamo per il sentiero n°15 che scorre sotto le belle pareti del Sass Ciaval.
La prima parte della via è un continuo saliscendi su sentiero stretto con fondo di sassi sconnessi e radici. Il sentiero è abbastanza stretto ma molto divertente.
Le difficoltà tecniche non sono mai eccessive ma non ci si può rilassare. Il traffico pedonale è notevole e aggiunge difficoltà a difficoltà. Scendendo di quota, anche se leggermente, i pini mughi lasciano il posto agli abeti rossi e ai larici. Grandi macchie di rododendri costeggiano il sentiero. Il bosco si apre e si chiude e la luce a chiazze crea giochi di colori davvero unici. D’improvviso un ampio spazio prativo a torbiera segna il confine fra il sentiero ondeggiante e la discesa ripida che ci porterà fino a San Cassiano.
Ci tuffiamo nel bosco che si fa più fitto ed intrigante. La pendenza si fa più impegnativa e radici e sassi smossi creano qualche difficoltà. Ma con calma riusciamo a passare senza problemi.
Dopo un guado il sentiero si allarga e diventa strada bianca (segnavia n°15). La via corre veloce in discesa fino al terminare del bosco. Una staccionata con porta scorrevole da richiudere divide il bosco dai prati da fieno. Appena dopo la staccionata c’è la panchina più panoramica della Val Badia. La panchina guarda La Villa e Corvara.
Lo sguardo si apre verso il Sassongher e i Pralongià.
Sulla sinistra, dietro il bel crocifisso appare maestoso il gruppo de les Conturines. Scendiamo ora veloci per la strada e imbocchiamo il sentiero tematico indicato con il 15A.


  Dopo aver passato un mulino ricostruito e didattico affrontiamo una secca salita, e continuiamo poi con un bel saliscendi interrotto da frequenti sbarre che delimitano i poderi, fino ad immetterci nella strada che scende diretta a S.Cassiano.
Con un taglio su prato (con traccia ben pestata per evitare il traffico veicolare)
arriviamo sulla via che scende diretta nella piazza principale di San Cassiano,
proprio di fianco alla chiesa. Ora non resta che riprendere la ciclabile che ci riporta verso il Centro Fondo. Chi è partito da La Villa invece dovrà ovviamente scendere per la stessa ciclabile.
A completamento del racconto, delle foto, si può visionare il video che ho realizzato nell'occasione.
Lo si può vedere al seguente indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=mMUB1f6oYRQ